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Pubblicato: Mercoledì, 20 Aprile 2016 18:35
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Cassazione
Azienda condannata per i danni da fumo passivo arrecati ad una lavoratrice
La Suprema corte di cassazione, con la sentenza n. 4211 del 2016, ha condannato un'azienda a pagare circa 32 mila euro più interessi ad una lavoratrice alla quale era stata riconosciuta un'invalidità del 15% collegabile alla nocività dell'ambiente di lavoro, dovuta al fumo passivo che respirava.
Su tale argomento, la corte ha statuito che le circolari e le disposizioni organizzative emanate dall'azienda non bastano a salvarla dalla responsabilità per i danni arrecati alla dipendente a causa del fumo dei colleghi.
Gli avvertimenti aziendali sono rimasti inattuati perché a questi non sono state associate sanzioni disciplinari e l'azienda non ha messo in atto misure idonee a prevenire la nocività del luogo di lavoro derivante dal fumo.
Inoltre, ha violato quanto sancito dall'articolo 1218 del codice civile: "il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta é tenuto al risarcimento del danno se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile".