- Dettagli
-
Pubblicato: Venerdì, 02 Ottobre 2020 07:43
-
Visite: 213
LAVORO
Vittoria Uila: riaccreditati tutti i contributi previdenziali ai lavoratori ex Agri Amici
Video-conferenza stampa per ripercorrere i momenti salienti della vicenda.
Sono circa 400 i lavoratori della cooperativa ex Agri Amici di Sezze che, grazie alla determinata e determinante iniziativa della Uila, hanno ottenuto, dopo un anno, il riconoscimento dei diritti previdenziali con il pagamento della disoccupazione agricola e dei relativi assegni familiari relativi al 2019.
Una vicenda, che oggi si può definire “a lieto fine”, ma che iniziò nel novembre 2018 con un verbale di accertamento dell’Inps di Latina che, anziché punire l’azienda, determinò per i lavoratori coinvolti l’annullamento del rapporto di lavoro e dei diritti previdenziali e assistenziali acquisiti. Per sbloccare la situazione fu necessaria una circolare dell’INPS nazionale (n. 56 del 2020) che dettò un diverso e più corretto comportamento dell’Istituto nei confronti dei lavoratori agricoli in merito ai diritti previdenziali loro spettanti, a prescindere dall’inquadramento del datore di lavoro.
I momenti salienti della vicenda Agriamici, sono stati illustrati in una videoconferenza stampa dalla sede Uila di Latina, alla quale oltre al segretario generale Uila Stefano Mantegazza hanno partecipato Giorgio Carra, segretario generale Uila Latina, Guglielmo Loy, presidente Civ INPS, Luigi Garullo, segretario generale Uil Latina e alla quale è intervenuto anche il direttore dell’INPS di Latina Maurizio Mauri.
“Questa storia a lieto fine, di cui la Uila è stata protagonista sin dall’inizio sostenendo i lavoratori coinvolti, apre la strada a una soluzione positiva per tutti quei braccianti dipendenti da aziende o cooperative non agricole che, in Italia, si sono visti rigettare le domande di disoccupazione agricola e che oggi possono vedere riconosciuti i loro diritti” ha detto Mantegazza. “L’obiettivo che abbiamo raggiunto, ovvero il riaccredito dei contributi previdenziali agricoli per i 400 lavoratori, è stato possibile grazie alla costante partecipazione dell’INPS, l’attento ascolto di Guglielmo Loy e la sensibilità e disponibilità della dirigenza regionale e provinciale dell’istituto” ha aggiunto Giorgio Carra, segretario nazionale Uila. “Questa vicenda dimostra a tutte le vittime di caporalato e sfruttamento che, attraverso la denuncia e l’intervento del sindacato, è sempre possibile trovare una strada per essere risarciti e non rimanere vittime degli sfruttatori in eterno”.
Ma vediamo cosa è successo. Tutto inizia il 14 novembre del 2018 quando l’Inps di Latina conclude i propri accertamenti presso la cooperativa Agri Amici di Sezze e, senza alcuna notifica ai lavoratori, annulla d’ufficio tutti i rapporti di lavoro agricolo dei suoi dipendenti e respinge le domande di disoccupazione e per gli assegni familiari presentate nel 2019. I lavoratori, quasi tutti di nazionalità rumena e africana (Senegal, Congo, Guinea, ecc.) venivano assunti con contratto di lavoro a termine dalla cooperativa, che operava in regime di appalto a favore di decine di imprese agricole delle province di Latina e Roma presso le quali prestavano la loro attività i lavoratori assunti.
Nei mesi precedenti, Agri Amici era stata oggetto di accertamenti giudiziari per caporalato e sfruttamento del lavoro agricolo, ma nei controlli disposti successivamente dall’Inps (senza nessun raccordo con l’Ispettorato del Lavoro), anziché accertare le modalità con cui venivano sfruttati i lavoratori e far emergere irregolarità retributive e contributive e, nel contempo, accertare anche le corresponsabilità delle aziende agricole che usufruivano dei servizi in appalto erogati dalla cooperativa, veniva messa in dubbio la correttezza dei rapporti di lavoro agricolo instaurati dalla cooperativa. Il verbale di accertamento, quindi, anziché accertare l’evidente reato di intermediazione illecita, imputabile sia al datore di lavoro diretto (la cooperativa) che alle aziende agricole che usufruivano dei servizi in appalto, si limitava a colpire e punire duramente i lavoratori, già vittime dello sfruttamento.
Nell’estate 2019 i lavoratori di Agri Amici erano in attesa della liquidazione della indennità di disoccupazione agricola maturata nel 2018, con le giornate di lavoro regolarizzate dalla cooperativa che, peraltro, risultavano già accreditate nell’estratto conto individuale dell’Inps. Aspettativa rafforzata dal fatto che l’Inps di Latina aveva già provveduto a liquidare il 90% delle circa 12.000 domande di disoccupazione presentate entro il 31 marzo 2019. Al contrario, tutti i lavoratori ex dipendenti dalla cooperativa Agri Amici, anziché l’accredito dell’indennità di disoccupazione, ricevevano una comunicazione dall’Inps che li informava della “reiezione” della domanda per mancanza del requisito contributivo.
L’iniziativa della Uila
Immediatamente, il 20 giugno 2019, la Uila-Uil di Latina organizza un’assemblea dei lavoratori presso la propria sede di Sezze, comune di residenza della gran parte dei lavoratori dipendenti Agri Amici, spiegando che la reiezione della domanda era dovuta alla cancellazione delle giornate di lavoro agricolo del 2018 effettuata dall’Inps in base alle conclusioni del verbale di accertamento di cui, però, non erano ancora noti i contenuti.
Solo dopo aver presentato domanda di accesso agli atti, è stato possibile scoprire la motivazione della cancellazione dei periodi di lavoro del 2018, con conseguente reiezione delle domande di disoccupazione agricola, degli assegni famigliari e degli accrediti dei contributi previdenziali spettanti. Ciò derivava dalla decisione dell’Inps di procedere ad un diverso inquadramento previdenziale della cooperativa, dal settore agricolo a quello dei servizi, nel quale non è prevista la disoccupazione agricola. Inoltre, l’Inps riteneva di dover estendere l’operazione effettuata per le giornate del 2018 anche agli anni precedenti e per tutti i lavoratori della cooperativa.
Il 30 settembre 2019, la Uila convoca un presidio dei lavoratori sotto la sede dell’Inps di Latina, al quale partecipano i segretari generali della Uila nazionale Stefano Mantegazza, della Uila di Latina Giorgio Carra e della Uil di Latina Luigi Garullo, per denunciare la beffa di cui sono rimasti vittime i dipendenti della ex cooperativa e per evidenziare le incongruenze del verbale di accertamento, in particolare la decisione di modificare l’inquadramento dei rapporti di lavoro, dal settore agricolo a quello dei servizi, che non risulta previsto da nessuna norma legislativa o regolamentare e che penalizza solamente i lavoratori che, oltre a non aver ricevuto l’indennità di disoccupazione del 2019, sarebbero costretti a restituire anche le indennità ricevute per gli anni precedenti.
Nei giorni, settimane e mesi successivi, e dopo aver presentato i ricorsi amministrativi per alcuni dei lavoratori coinvolti, inizia una intensa interlocuzione tra la Uila, l’Inps - a tutti i suoi livelli a partire dal Presidente Pasquale Tridico - e con il Ministero del Lavoro, in particolare con la Ministra Nunzia Catalfo che si è mostrata particolarmente sensibile alla questione sollevata dal sindacato.
La circolare Inps n. 56/2020
In questo contesto di dialogo costruttivo maturano le condizioni che porteranno, nel mese di aprile 2020, alla emanazione della Circolare Inps n. 56/2020 in tema di “iscrizione delle aziende non agricole alla contribuzione agricola unificata”, nella quale viene chiarito che, a prescindere dall’inquadramento del datore di lavoro, è l’attività agricola effettivamente svolta dal lavoratore che fa fede ai fini della sua identificazione previdenziale. La Circolare rafforza ed estende un principio giusto contenuto nella lettera e) dell’art. 6 della legge n.92 del 31 marzo 1979 che prevede l’attribuzione dell’inquadramento previdenziale agricolo per i lavoratori che svolgono attività nel settore anche se dipendenti da imprese non agricole. La Uila, che ha sempre fortemente sostenuto questo principio in tutte le sedi competenti, convoca una video-conferenza stampa il 27 aprile, alla quale partecipano sia la Ministra del Lavoro che il Presidente dell’Inps, per illustrare i contenuti della circolare ed esprimere soddisfazione per la sua emanazione.
Il lieto fine
Grazie infine all’interlocuzione con l’Inps regionale e alla preziosa collaborazione con il responsabile dell’ufficio legale e con la nuova dirigenza dell’Inps di Latina che ha consentito di risolvere i problemi regolamentari e amministrativi, è stato possibile ripristinare tutte le 400 posizioni contributive coinvolte, consentendo il pagamento della disoccupazione 2019 e disinnescando la minaccia del recupero delle indennità di disoccupazione degli anni precedenti.