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Pubblicato: Giovedì, 02 Aprile 2015 16:56
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ECONOMIA
Nel 2014 su pressione fiscale e rapporto deficit/pil, giu’ risparmio famiglie e profitti imprese
Pressione fiscale a quota 43,5% e rapporto deficit-pil al 3%. Fermo il potere d'acquisto delle famiglie italiane ma cala la propensione al risparmio, anche se un piccolo miglioramento viene dalla spesa per consumi finali (+0,5% sul 2013). Anno nero invece per le imprese: profitti ancora in calo e al minimo dal 1999. Sono i risultati dei dati Istat pubblicati ieri relativamente al 2014.
“Fino a quando i soldi se ne andranno prevalentemente per pagare le tasse, difficilmente ci sarà crescita” ha commentato Stefano Mantegazza, segretario generale Uila-Uil. “E di conseguenza sarà molto difficile far rialzare i consumi e soprattutto spingere la ripresa economica.”
I dati dimostrano che il quarto trimestre 2014 ha segnato il picco della pressione fiscale salita al 50,3%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2013, mentre durante l’intero anno il dato è confermato al 43,5%, anch’esso in aumento anche di 0,1 punti percentuali rispetto all'anno precedente (quando si era attestata al 43,4%). Cresce, secondo l’Istat, anche il rapporto deficit-Pil. Nell’ultimo trimestre dell’anno l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato del 2,3% mentre è stato pari al 3% nell’intero anno. I precedenti tre trimestri 2014 sono stati rivisti in miglioramento e complessivamente nel 2014 il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 3,0%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a quello del 2013 (quando si è attestato al 2,9%).
Per quanto riguarda le famiglie, l’anno scorso il reddito disponibile in valori correnti è aumentato dello 0,2%, ma tenuto conto dell'andamento dell'inflazione, il potere d'acquisto delle famiglie è rimasto invariato. Nel quarto trimestre del 2014 è sceso dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti ed è aumentato dello 0,8% rispetto al quarto trimestre del 2013.
In calo anche la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, pari all'8,6% (-0,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente). A parere dell’istituto di statistica la diminuzione è il risultato di una crescita della spesa per consumi (+0,5%) superiore a quella del reddito disponibile (+0,2%).
Crollano ancora i profitti delle società non finanziarie e toccano così il nuovo minimo dall'inizio delle relative serie storiche (1999). La quota di profitto 2014 delle imprese è stata pari al 40,6%, diminuendo di 0,8 punti percentuali rispetto al 2013, mentre nell’ultima parte dell’anno la quota di profitto è stata pari al 39,8%, risultando comunque inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,5 punti rispetto al corrispondente trimestre 2013.