- Dettagli
-
Pubblicato: Mercoledì, 29 Luglio 2015 11:15
-
Visite: 4389
ICA FOODS
Sindacati al Mise per scongiurare nuova procedura mobilità
di Simone Pompili
Un nuovo incontro tra sindacati e azienda (31 Luglio) a cui farà seguito un altro appuntamento con il Ministero dello sviluppo economico (05 Agosto) per continuare il confronto sulla vertenza Ica Foods. Per rilanciare la quale tanto il Mise quanto la Regione si sono resi disponibili a percorrere tutte le strade utili, anche attraverso l'utilizzo di fondi specifici, a condizione però che l’azienda porti sul tavolo un piano concreto e proiettato verso un rilancio serio e prolungato nel tempo.
E’ stato questo l’esito dell’incontro che si è svolto oggi tra la Regione Lazio, il Mise, rappresentato dal Dott. Castano e dalla Dott.ssa Cherubini, la Ica Foods e le organizzazioni sindacali che hanno chiesto un aiuto alle istituzioni per scongiurare l’ennesima procedura di mobilità verso i lavoratori, che non solo renderebbe difficile, se non impossibile, il mantenimento degli attuali livelli produttivi, ma smaglierebbe ancora di più il tessuto industriale alimentare della città di Pomezia e della provincia di Roma.
Il piano di riorganizzazione aziendale illustrato dall’azienda, su sollecito delle istituzioni, ci è sembrato poco chiaro, visto che il maggior numero di esuberi previsto dalla procedura di mobilità è stato rilevato nell'area produttiva (n 29) dovuto all'implementazione di una nuova incartonatrice, che dovrebbe essere installata nell'impianto a partire da Novembre. Usiamo il condizionale, poiché l'azienda stessa ci ha confermato che l'implementazione al momento ha subito un rallentamento per motivi di di carattere economico. Sul punto anche il Ministero ha sottolineato come un processo di ri-organizzazione aziendale non possa passare solo dietro i licenziamenti di personale, riservandosi, per il prossimo appuntamento, di esplorare insieme l'utilizzo di tutti i percorsi alternativi al licenziamento.
L’ultimo atto della tormentata vicenda Ica Foods, che va avanti da mesi, è l’avviso, arrivato venerdì sera a fine turno alle rappresentanze aziendali, di una procedura di mobilità per 56 lavoratori. La notizia arriva non solo nel picco alto di produttività del sito aziendale, dove vengono addirittura assunti lavoratori interinali per far fronte alle domande ed alle richieste del mercato, ma anche a seguito di una comunicazione (domenica 12 Luglio) in cui la società ha informato i sindacati di aver provveduto ad effettuare un affitto di ramo d’azienda tra la società Ica Foods SpA e la società Ica Foods International srl e un’altra, datata 20 Luglio, in cui si comunica che è stato aperto presso il Tribunale di Velletri un concordato preventivo per la Ica Foods SpA. A queste si aggiunge però la comunicazione che la Ica Foods International srl avrebbe fatto degli investimenti sul piano di innovazione tecnologica per rendere più competitiva la società.
Negli ultimi mesi la Ica aveva informato i sindacati di voler ridurre il personale di 35/40 unità lavorative per far fronte ad un piano aziendale incentrato solamente a risanare un bilancio, oramai in perdita costante, per fronteggiare l’ingente situazione debitoria nei confronti degli istituti bancari e dei loro fornitori. L’aspetto che la Ica forse dimentica è di essere debitrice anche nei confronti dei lavoratori stessi, ai quali da Settembre 2014 non versa il TFR nei fondi complementari e la quota prevista per il sistema integrativo di malattia previsto dal contratto collettivo nazionale.
Noi ci siamo battuti contro questa mobilità, pur mostrando disponibilità sin da subito nell’affrontare tutti i percorsi possibili, anche proponendo l’utilizzo di altri ammortizzatori sociali al fine di scongiurare i licenziamenti, anche perché tale soluzione arriverebbe anche in un momento in cui, nell’area impiegatizia, sono stati rinnovati per il terzo anno consecutivo i contratti di solidarietà di tipo difensivo.
Continuiamo a sostenere sempre di più la poca trasparenza e la poca credibilità che la società ha manifestato in questa situazione, non appropriata per una grande azienda del suo settore, ma soprattutto non possiamo rimanere a guardare mentre una gestione così scellerata continua a procedere in questa direzione arrecando ulteriori danni sulle spalle dei lavoratori, soprattutto in un periodo così difficile come quello di crisi che stiamo vivendo in questi anni.